Paolo Borsellino — Era mio padre

Un video racconto basato sulle parole del figlio Manfredi (e altri), da non perdere

Andrea Borruso
3 min readJul 18, 2020

Domani sarà il 19 luglio, un giorno che ha segnato la vita di molti, perché ha creato un “prima e un dopo” ed è stato uno degli errori che la mafia non terminerà mai di pagare.

Nel 1992 avevo 19 anni anni e in quelle ore ero diretto al compleanno di “bucc”, un mio mitico compagno di classe del liceo. Ero in automobile con Davide (altro compagno) lungo l’autostrada, su Palermo c’era una strana nube di fumo, ma non gli demmo troppa attenzione.
Arrivati alla festa eravamo predisposti a fare gli scemi, gli scherzi, buttare qualcuno in piscina, a essere un po’ quello che eravamo allora. Ma sulla porta arriva Gianluca, con l’occhio lucido e ci dà la notizia.

Quegli eventi sono riusciti un po’ a mutarci (penso ovviamente anche alla strage di Capaci), a inserire nel nostro DNA elementi nuovi che, se correttamente stimolati e arricchiti dal quotidiano, ci predispongono a disprezzare la malavita ed amare la luce che hanno gli occhi delle belle persone. Quando parlo di Paolo Borsellino, dico sempre con l’ingenuità di quei 19 anni, che era “fichissimo”, che in quello sguardo c’erano elementi riconoscibilissimi del suo essere una persona eccezionale.

Raccontare di lui — per come la vedo io, nel mio piccolo — deve sopratutto dare l’opportunità di conoscere la sua bellezza.
È importante e giusto parlare anche del suo mestiere di magistrato, della lotta allo “schifo”, dei risultati straordinari ottenuti, dei nuovi metodi di indagine, ecc., ma in questi anni, nei tanti bellissimi documentari, a me spesso mancava l’uomo “Paolo”.
Per questo sono felice che da oggi sia disponibile il documentario Paolo Borsellino — Era mio padre, un video racconto basato sulle parole del figlio Manfredi (e di altri familiari e amici). Con Manfredi, quando avevo circa 15 anni, giocavo a calcetto, insieme a “bucc”.

E sono felice anche perché uno degli autori è una bella persona e un bravo professionista: Gianluca De Martino.

Devo ancora guardarlo, ma ne so un po’, perché ho il privilegio di conoscere Gianluca e siamo stati un po’ insieme a Palermo, mentre giravano alcune scene. Sono certo che dopo averlo visto, avrò stimolato quei benedetti geni mutati.

NON VE LO PERDETE (ci vuole dplay plus, che è free nei primi 14 giorni).

Nota successiva alla visione

L’ho visto e mi è piaciuto molto. Grazie a filmati inediti (come la scena delle “corna” in alto) a interviste “nuove”, a un filo narrativo ben impostato si ha la possibilità di stare un po’ più intimamente vicini a Paolo Borsellino, a conoscerlo un po’ meglio.
Ha un’altra caratteristica bella: nei limiti di un un racconto di questo tipo, è leggero.

In ultimo un altro riferimento alla mia classe del liceo, che mi ha molto toccato. Nelle immagini di repertorio dei funerali, c’è una giovane donna molto carina che piange (vedi immagine sotto): è la mia compagna Valentina.

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Andrea Borruso

#data #maps #GIS #baci #condivisione. Orgoglioso di essere presidente di @ondatait